Coltivare la santoreggia
Consigli per la coltivazione e il raccolto
22 gennaio 2014
La santoreggia era ben nota nell'antichità, e molto usata dagli antichi romani sia come erba aromatica che per le sue proprietà officinali. Ha un aroma speziato, leggermente selvatico ma delicato, che l'ha resa nota anche come erba acciuga e ben si accosta a ingredienti dal gusto forte, come legumi, carne di maiale, ma anche formaggi e uova.
Santoreggia (Satureja sp.)
Esistono diverse varietà di santoreggia, ma le più usate come erba aromatica sono la satureja montana detta invernale, una pianta perenne che in condizioni climatiche favorevoli supererà l'inverno e sarà una compagna fedele per molti anni, e la satureja hortensis detta estiva, una pianta annuale che ogni anno produce i semi per l'anno successivo e quindi termina il suo ciclo vitale con i primi freddi.
Entrambe hanno aspetto simile, con corti rametti da cui si dipartono molte piccole foglie dalla forma allungata. La pianta è cespugliosa, dall'andamento quasi prostrato, e raramente supera i 25-30 cm di altezza.
Coltivare la santoreggia
La santoreggia si semina a inizio della primavera direttamente a dimora, o anche a fine inverno in coltura protetta. I semi sono da interrare solo leggermente, e germineranno in 10-15 giorni.
Le piantine crescono lentamente durante le prime settimane, e se provenienti dalla coltura protetta sono da trapiantare a dimora in primavera, quando grandi abbastanza da essere maneggiate e il clima lo consente.
Prevedere una sola pianta in un contenitore di 18-20 cm, o una distanza di impianto di almeno 15 cm per la coltivazione in terra.
La santoreggia da i primi raccolti limitati dalla fine della primavera, per uso culinario, mentre a partire da Luglio è possibile effettuare raccolti più abbondanti per la conservazione.
Raccogliere i rametti effettuando anche una potatura, da ciascuno eliminare le foglie secche. Lavare, asciugare e porre a essiccare in luogo ventilato e all'ombra.
Separare le foglie dai rametti e conservare in un barattolo lontano da luce e fonti di calore.
La santoreggia estiva ha comportamento annuale e si raccoglie scalarmente a partire dall'inizio dell'estate, quindi si taglia alla base alla fine del ciclo produttivo, effettuando l'ultimo raccolto che estirpa la pianta.
E' ovviamente necessario fare andare a seme alcuni rametti fioriti per raccogliere i semi per la semina dell'anno successivo.
La santoreggia di tipo annuale ha in genere foglie e fiori più piccoli di quella invernale, ma molto aromatici.
La santoreggia invernale invece andrà in quiescenza in autunno, per rivegetare la primavera successiva.
La santoreggia è una pianta piuttosto compatta, coltivabile in contenitore, che necessita clima caldo e esposizione ben soleggiata e viene danneggiata dal gelo e dai ristagni.
Santoreggia: scheda di coltivazione
Semina
Quando seminare: inizio primavera direttamente a dimora o fine inverno in coltura protetta.
Profondità della semina: pochi millimetri.
Semina autunnale: possibile in climi caldi ma non consigliata | Trapianto
Periodo: in caso di coltura protetta trapiantare le piantine in primavera, quando grandi abbastanza da essere maneggiate.
Coltivazione in contenitore: possibile prevedendo una sola pianta per contenitore. | Posizione e cure
Terreno: asciutto e privo di ristagni
Esposizione: soleggiata
Clima: gradisce un clima caldo, e anche quella perenne può non sopravvivere in caso di gelate. | Aspetto della pianta
Altezza: ha andamento prostrato, i rametti raggiungono i 30 cm o poco più durante la fioritura.
Foglie: forma allungata, disposte alternativamente lungo i rametti.
Fiori: piccoli e di colore bianco rosato.
Periodo di fioritura: estate | Raccolto
Cosa raccogliere: le foglie, potando i rametti prima della fioritura.
Periodo del raccolto: estate
Conservazione: la satureja montana detta invernale è perenne, mentre la satureja hortensis detta estiva ha comportamento annuale.
Note: la santoreggia estiva è da estirpare alla fine del suo ciclo vitale. La santoreggia invernale a comportamento perenne è da potare e portare al riparo per i mesi freddi in caso di gelate. |
Ricette con la santoreggia
La santoreggia è ottima con farinacei e i legumi, in particolare fave, fagioli, ceci e lenticchie. Il suo gusto un po' selvatico si accosta inoltre a carne, specialmente di maiale, ma anche di pollo e tacchino, formaggi a pasta dura e semidura e uova.
Può essere inclusa nelle Erbe di Provenza e in altre miscele dal tocco mediterraneo come il misto aromatico mediterraneo.
Maggiori informazioni, ricette e idee: la santoreggia in cucina.
Sfogliate tutte le ricette con la santoreggia pubblicate su Erbe in Cucina.
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